Sei alla ricerca di un sushi vegano creativo dal sapore autentico? Ecco la nostra ricetta mediterannea e sostenibile.

Hosomaki di miglio con tofu in tempura, cime di rapa, pickles di cipolla rossa e pink mayo 

Questa ricetta nasce per soddisfare le tante richieste che ci sono arrivate negli anni, ovvero di insegnarvi a realizzare un sushi vegano, ovviamente in stile Green Ganesha.

C’è voluto un pò per convincere la cheffa a creare una ricetta che non solo fosse 100% vegetale ma, come sempre salutare e sostenibile. La ricerca degli ingredienti stagionali di questo sushi mediterraneo rispecchia la scelta di amore e gentilezza verso persone, animali e ambiente. Scopriamoli insieme!

Miglio questo sconosciuto 

sushi vegan - miglio e cime di rapa

Il miglio è un cereale meraviglioso senza glutine, originario del Nord Africa, ricco di vitamine e sali minerali, ma che oggi viene prodotto anche in Italia. È  un alimento sostenibile, facilmente digeribile e grande alleato della salute, in passato era considerato uno degli alimenti base della dieta in quanto fonte preziosa di carboidrati e di proteine. Negli anni ha perso la sua popolarità, ma per fortuna sempre più nutrizionisti e chef stanno riportando l’attenzione su questo cereale, dai suoi benefici alle le mille proprietà e usi in cucina. Il miglio si trova in commercio sia sotto forma di chicchi, piccole palline che si gonfiano poi in cottura assorbendo l’acqua, sia come farina e fiocchi. Dopo questa ricetta entrerà a far parte della vostra dispensa!

Tofu: una rivelazione

Se ancora non lo sai anche il tofu è un alimento preziosissimo, alleato della salute personale e ovviamente anche del pianeta essendo 100% vegetale; è proteico, privo di grassi, senza glutine, versatile e dalle mille proprietà. Deriva dalla lavorazione del legume della soia gialla che ci permette di creare tantissime ricette: latte, formaggio, tofu etc…

Ormai il tofu è facilmente reperibile in qualsiasi supermercato, ma non è sempre facile trovare un prodotto di qualità e che non sappia di cartone. E non basta solo acquistarlo di qualità ma anche saperlo cucinare, e sono certa che questa versione di tofu in tempura ti conquisterà. Se poi vuoi imparare tutti i segreti, metodi e tecniche per rendere il tofu stragoloso, ti consiglio di recuperare questa masterclass.

Gli altri ingredienti locali, stagionali e altrettanto sostenibili completano il nostro sushi mediterraneo! Le cime rapa, o friarelli, col loro sapore amaro donano un tocco in più e sono un tributo alle origini napoletane della cheffa. La cipolla rossa marinata con l’acidulato di umeboshi dona profondità e gusto, la maionese vegana alla rapa rossa aggiunge la parte grassa e ovviamente colore al piatto. L’unico ingrediente poco familiare sono i fogli di alga nori essicata, indispensabili per la realizzazione del nostro sushi.

Adesso che ti ho fatto venire l’acquolina in bocca, recupera tutti gli ingredienti per cucinare il nostro sushi vegano!

 

Sushi Vegano: la Ricetta di Green Ganesha

Hosomaki di miglio con tofu in tempura, cime di rapa, pickles di cipolla rossa e pink maio 

sushi vegano

 INGREDIENTI PER 24 HOSOMAKI

Per il miglio

  • 150 gr di miglio 
  • 300 gr di acqua
  • 40 gr di acidulato di umeboshi

Per il tofu in tempura

  • 100 gr di tofu
  • 2 cucchiai di salsa tamari
  • 50 g farina di riso
  • 75 gr di acqua fredda
  • 1 cucchiaio di succo di limone

Per i pickles di cipolla rossa 

  • 100 gr di cipolla rossa
  • 50 gr di acidulato di umeboshi
  • 50 gr di acqua

Per la pink mayo vegan (per un tocco in più)

  • 70 gr di latte di soia con proteine superiori a 3 gr e senza zucchero e aromi 
  • 140 gr di olio di semi deodorato
  • Una punta di senape
  • 1 cucchiaio di succo di limone
  • 1 cucchiaio di acqua di barbabietola
  • 1 pizzico di sale e pepe

Per comporre gli hosomaki

  • 2 carote piccole tagliate a julienne
  • 250 gr di foglie di cime di rapa cotte
  • 3 fogli di alga nori
  •  “Makisu” ovvero la stuoia in bambù

PROCEDIMENTO

  1. Prepara i pickles lasciando la cipolla tagliata a fettine immersa nei due liquidi per almeno 12 ore.
  2. Taglia il panetto di tofu a bastoncini di circa mezzo centimetro per lato e lascia marinare in frigo con la salsa tamari almeno un’ora.
  3. Lava bene il miglio fin quando l’acqua non risulterà limpida poi cuocilo per assorbimento in 300 gr di acqua mescolando di tanto in tanto. Quando l’acqua sarà stata assorbita (circa 15 minuti), spegni il fuoco e lascia il coperchio per 10 minuti.
  4. Nel frattempo appassisci le cime di rapa in padella con un filo d’olio, aglio e peperoncino, aggiungi un goccio d’acqua se necessario.
  5. Prepara la maionese emulsionando tutti gli ingredienti con un minipimer, conserva in frigo prima dell’uso. 
  6. Prepara la pastella per la tempura, scalda dell’olio di semi a 180°C ed immergi i bastoncini di tofu  prima nella pastella (mescola spesso altrimenti la farina sedimenta) e poi friggi (max 4 per volta), scola e tieni da parte.
  7. Trasferisci il miglio in un contenitore di legno o plastica e condiscilo con l’ umeboshi, mescola di taglio con un cucchiaio di legno per non schiacciare i chicchi, poi coprilo con un panno umido.
  8. Prepara i rolls tagliando l’alga nori a metà e con le mani umide distribuisci uniformemente 70 gr di miglio sull’alga lasciando un paio di centimetri liberi sulla parte superiore.
  9. Disponi il ripieno in orizzontale al centro del miglio e poi arrotola dal basso verso l’alto facendo una leggera pressione per compattare e tenere insieme gli ingredienti. 
  10. Taglia il rotolo in 8 parti con un coltello molto affilato, prima inumidisci la lama del coltello con dell’acqua.

Per un tocco in più completa con dei germogli di ravanello o alfa alfa.

Prova la nostra ricetta e divertiti a creare le tue varianti. Gioca con le combinazioni di ingredienti. Scatta una foto del tuo sushi vegano e condividila sui nostri canali social (instagram o facebook). Alla prossima ricetta rivoluzionaria.

Hai già dato un’occhiata alle nostre masterclass vegetali? Approfitta dell’estate e acquista le videoregistrazioni per cucinare passo passo con la cheffa.

Il motivo segreto per cui mangiamo la carne: un sistema di credenze invisibili.

Vi siete mai chiestə da cosa nasce l’esigenza di consumare la carne? O perché mangereste ali di pollo, ma non ali di cigno? Gamba di agnello o gamba di gattino? E vi siete mai chiestə perchè non ve lo siete mai domandato?

Melanie Joy, psicologa e docente all’Università di Boston e autrice di numerosi testi dopo una lunga ricerca è arrivata ad una conclusione illuminante. Secondo le sua tesi dimentichiamo che la carne che mangiamo sia una vita, un animale intero o meglio lo sappiamo senza saperlo. Mangiamo la carne non per una reale necessità o desiderio ma perché le nostre azioni sono il frutto del condizionamento di un sistema di credenze diffuso e distruttivo che opera al di fuori della nostra consapevolezza, senza il nostro consenso cosciente. Spesso pensiamo che solo vegetariani e vegani portino le proprie credenze e valori a tavola. La verità è che quando mangiamo la carne non per necessità lo facciamo necessariamente per una scelta. E la scelta come tale, si basa su un sistema di credenze invisibile, che in questo caso la dott.ssa Joy definisce CARNISMO.

Il carnismo: un sistema dell’inganno

Il carnismo è una credenza universale, sparsa in tutto il mondo, che induce a classificare solo un piccolo numero di animali tra le milioni di specie esistenti. Tutto il resto è classificato come non commestibile e disgustoso. Il carnismo rappresenta un sistema violento, perchè la carne e i suoi derivati (latticini e uova) non si possono procurare senza violenza. Sistemi violenti come il carnismo si tengono in vita attraverso meccanismi di difesa che nascondono la verità e distorcono la realtà, affichè le persone non si rendano realmente conto di quello che stanno facendo. Si fonda sul rifiuto, grazie al suo sistema anonimo, non è né riconoscibile né imputabile. Ma soprattutto giustifica il consumo di carne attraverso la regola delle 3 N: Normale, Naturale e Necessario (oscurando il suo impatto ambientale e salutare). Infine categorizza alcuni animali, quelli di allevamento, che da esseri senzienti diventano ai nostri occhi oggetti o meglio ancora cibo (a differenza ad esempio di cani e gatti, dove la percezione cambia completamente). 

La mia scelta vegan: un’esperienza di consapevolezza

L’unica strada per liberarsi dal sistema del carnismo è la strada della consapevolezza, senza la quale neanche io sarei mai riuscita a conoscere, comprendere e cambiare la mia vita.

Ho smesso di mangiare carne circa 10 anni fa, mi ero da poco trasferita a Bologna dove gli spunti e i contatti con associazioni come Essere Animali erano più frequenti. Ricordo spesso le loro azioni in pieno centro, da farmi torcere lo stomaco e tornare a casa col magone che poi però magari dimenticavo al pasto successivo. Ricordo che i pensieri, le domande, i dubbi si facevano sempre più largo nella mia testa ed è stato proprio allora che, spinta dalla curiosità, ma anche un pò intimorita, ho iniziato a leggere alcuni degli opuscoli informativi che avevo raccolto in quelle occasioni e che avevo riposto sul comodino, certa che sarebbe arrivato prima o poi il momento di leggerli.

Da allora non sono più riuscita a fare finta di niente, a non vedere, a non sapere. Non solo non sono più riuscita a mangiare carne, ma sentivo il bisogno di continuare a documentarmi per approfondire cosa avviene realmente dietro l’industria della carne e che io, per 23 anni, avevo completamente ignorato, grazie proprio a quel sistema di credenze che il carnismo voleva seguissi.

Il mio corpo non ha più sentito il bisogno di nutrirsi di sofferenza animale e con questa scelta inizialmente solo etica manifestava la sua distanza dal quel genere di disumanitá e di orrori. Il pesce ha invece ha ancora fatto parte della mia vita per i primi periodi, soprattutto d’estate, quando tornavo a casa in Sardegna, erano rare le volte ma non posso negare che ci siano state. Questo nasce dalla poca empatia o considerazione verso alcune specie animali che consideriamo, sempre per quel sistema di credenze, meno importanti, come se non fossero oggetto delle stesse sofferenze, come se esistessero allevamenti intensivi peggiori o migliori. Eliminare i derivati animali, latte, uova e formaggio (che in realtà provengono dalla più crudele delle industrie) è stato sicuramente il cammino più lento, inizialmente neanche sentito e ricercato, ma che col tempo si è fatto spazio, complice il continuo leggere e informarmi, fino ad escluderli completamente dalla mia dieta e sentirmi totalmente in pace con la mia scelta.

World Vegan Day : un nuovo inizio 

Oggi si celebra in tutto il mondo il Vegan Day, per ricordare la nascita della prima associazione vegana del mondo, la Vegan society, fondata in Inghilterra il 1 novembre del 1944 da Donald Watson che coniò il termine “vegan” utilizzando l’inizio e la fine della parola “vegetarian”. L’obiettivo principale era quello di far capire l’importanza di un’alimentazione consapevole e libera dallo sfruttamento animale, che poi man mano dall’alimentazione si è estesa ad ogni ambito della vita (dall’abbigliamento ai cosmetici, ai prodotti per la casa o l’igiene personale). Perché allora non sfruttare questa giornata e l’intero mese di novembre per provare ad avvicinarti all’alimentazione vegetale? Cominciamo dalle basi.

Oramai sempre più persone stanno abbracciando un’alimentazione vegetale per ragioni etiche, salutari e ambientali e testimoniamo la loro felicità nell’aver fatto questo passo.

Ora tocca a voi. Buon World Vegan Day!

CHEF A DOMICILIO

WORLD PASTA DAY : per una pasta accessibile e sostenibile

Unica al mondo, con le sue diverse forme, cotture, condimenti e ricette è in grado di unire anche le cucine più lontane. Potevamo quindi non dedicare un giorno per celebrare la nostra amata e sempre desiderata pasta?

L’idea dall’Unione Italiana Food e dall’IPO – International Pasta Organisation,  dando vita al World Pasta Day che ogni 25 ottobre celebra e racconta il piatto simbolo della Dieta Mediterranea.

CUCINA, FOTOGRAFA, PUBBLICA

Per aiutare chi non può concedersi un pasto hanno lanciato una gara di solidarietà a cui possono partecipare davvero tuttə. L’edizione 2021 dell’iniziativa che prende il nome di “Al Dente” vede uniti i pastai di tutto il mondo che prepareranno migliaia di piatti di pasta per le Caritas di quattro città italiane: Milano, Roma, Napoli e Palermo.

Per partecipare all’iniziativa basterà postare sui vostri canali social lo scatto di un piatto di pasta con l’hashtag #Haveagoodpasta. Ogni scatto condiviso verrà caricato sul sito dedicato “Al Dente”  fino al raggiungimento di 300mila piatti di pasta, che i pastai italiani doneranno alle mense Caritas.

La pasta può essere sostenibile?

ll #worldpastaday oltre ad essere una bellissima occasione per unirsi alla gara di solidarietà è anche un momento per approfondire alcuni aspetti relativi alla produzione e consumazione della pasta con un occhio di riguardo alla sostenibilità. Vediamo insieme i quattro aspetti che nella nostra cucina gentile non trascuriamo mai.

MADE IN ITALY: di pasta ce n’è una sola e quella italiana rimane per noi la migliore al mondo. Ma quando andiamo a comprarla siamo davvero in grado di riconoscerla? La prima cosa a cui dovremmo fare attenzione è proprio la provenienza, non sempre le etichette sono di facile lettura o trasparenti come dovrebbero. Spendete allora qualche minuto in più e prediligete marche che usano SOLO grano italiano, biologico e locale con essiccazione lenta e trafilatura al bronzo. Se poi le farine sono macinate a pietra allora è il top del top. Lo stesso vale per le diverse varianti realizzate con altri cereali o addirittura legumi che negli ultimi anni vediamo, per fortuna, sempre più frequenti.

ANTISPRECO E ANTICRISI: la pasta è, da sempre, una alimento sostenibile e anti-spreco. Protagonista di infinite ricette anti-spreco e del giorno dopo, ha un impatto ambientale (dalla produzione alla trasformazione fino al consumo) di solo 1 mq globale per porzione con una impronta ecologica di appena 150 grammi di CO2 equivalente. Cuocerla al dente ottimizza l’impiego di risorse  permettendoci di consumare 80-100 litri di acqua in meno all’anno, e con la cottura “passiva” (la pasta cuoce in modo indiretto, a fuoco spento) o in pentola a pressione (dove la pasta cuoce assieme al suo sugo), si risparmia anche su gas e energia elettrica che in vista degli aumenti previsti sulla bolletta in autunno, questi vantaggi ambientali si traducono anche in risparmio economico da non sottovalutare.

SFUSA: anche per quanto riguarda il packaging diversi brand hanno optato per imballaggi 100% riciclabili, in carta o altri materiali innovativi. Ma anche in questo caso l’opzione sfusa risulta un’ottima alternativa per acquistare grandi quantità senza produrre nessun rifiuto.

CONDIMENTO: anche nelle ricette più semplici la pasta quando è di qualità si fa apprezzare sempre e comunque, ma anche in questo caso la scelta del condimento fa la differenza aumentando o riducendo il suo impatto ambientale. Prediligere condimenti a base vegetale dal semplice sugo di pomodoro, al pesto di mandorle e cavolo nero o addirittura al ragù di lenticchie si rivela una scelta sostenibile, salutare e sfiziosa.

LAST BUT NOT LEAST: riutilizzate l’acqua di cottura della pasta per lavare piatti e pentole.

Dopo questo piccolo approfondimento all’insegna della sostenibilità in cucina, non resta che preparare un bel piatto di pasta, lunga o corta a voi la scelta, fotografarlo e pubblicarlo sui social con l’hashtag #Haveagoodpasta. Noi per l’occasione vi stupiamo con effetti speciali donandovi almeno virtualmente la nostra carbonara gentile, una carbonara vegetale che chi vorrà potrà richiedere per una serata di chef a domicilio.

Cambiamo il mondo un piatto di pasta alla volta.

 

rivoluzione gentile | blog green ganesha

Benvenutə nel blog di Green Ganesha 

Siamo felicissime di annunciare l’apertura del nostro blog, uno spazio virtuale dedicato agli approfondimenti di temi a noi più cari: alimentazione, sostenibilità a 360°, prevenzione a tavola.

Tutte tematiche che già ci vedete affrontare quotidianamente nei nostri canali social (facebook e instagram) ma a cui vorremmo dare ancora più valore dedicando lo spazio e il tempo che meritano.

E ovviamente troverete anche noi, la nostra storia, la nostra piccola grande rivoluzione gentile che pian piano sta contagiando ed entusiasmando anche voi.

Ed è da qui che ci piacerebbe partire.

La rivoluzione gentile per noi

Quando parliamo di rivoluzione gentile intendiamo quel cambiamento del comune sentire e del comune agire che ci spinga a concepire un modo nuovo di stare al mondo, attraverso rinnovate idee che diano vita a comportamenti basati sul rispetto del pianeta e di tutte le creature che lo abitano. 

Per noi questa rivoluzione necessita per prima cosa di un risveglio collettivo di coscienza, la volontà di mettersi in discussione è un atto d’amore, un meraviglioso percorso di evoluzione che arricchisce le nostre vite e contribuisce a rendere il mondo un posto migliore per tutti.

Attraverso la nostra cucina gentile, basata sull’autoproduzione, la cura dell’ambiente, il rispetto delle materie prime, della terra e di chi la lavora vogliamo trasmettervi un messaggio preciso: la consapevolezza di chi siamo e di dove stiamo andando comincia a tavola, perché ciò che ogni giorno scegliamo di mettere nel piatto, il modo in cui lo facciamo, il tempo e l’attenzione che dedichiamo ai nostri pasti ci definisce a livello personale e collettivo perché fa la differenza in termini di benessere fisico, mentale e spirituale oltre che ambientale.

Si, noi siamo convinte che cambiare il mondo un pasto alla volta sia possibile.

Non abbiate paura, non abbiate fretta, la “rivoluzione gentile” è un cammino lento che possiamo percorrere insieme.

Siete nel posto giusto.

Con amore, 

Muela & Fabiana