videocorso pasta fresca vegan - green ganesha

Pasta fresca senza uova : una tradizione al passo con i tempi. 

Nel vasto universo della cucina italiana, poche cose evocano la tradizione e l’essenza della nostra storia come la pasta fresca. È un patrimonio dell’umanità, un simbolo culinario che ha attraversato secoli di evoluzione, conservando intatta la sua magia e la sua versatilità. Tuttavia, il mondo cambia, anzi per meglio dire cambia il modo in cui lo percepiamo, cambiano le nostre esigenze, il nostro sguardo. La cucina è l’espressione della nostra cultura e con essa si evolve per abbracciare valori di sostenibilità, etica ed inclusività. Ecco che arriva sulle nostre tavole la pasta fresca vegana, una pasta fresca tirata a mano secondo la tradizione ma senza uova, che unisce passato e presente, proiettandosi direttamente nel futuro della gastronomia.

Tradizione VS Innovazione

L’evoluzione della pasta fresca tradizionale verso una versione vegana è più di una semplice tendenza culinaria; è un passo fondamentale verso un futuro sostenibile, non violento e inclusivo. La nostra tradizione ci insegna a scegliere i migliori ingredienti per rispettare e valorizzare il gusto autentico della pasta, ma ora abbiamo la responsabilità di portare questa saggezza nel mondo moderno, abbracciando in pieno il rispetto per la Vita, gli animali e l’ambiente.

La sfida tecnica della pasta fresca vegana

Ma passiamo all’aspetto tecnico, realizzare una pasta fresca senza uova può essere una sfida difficile. Le uova infatti, grazie alle loro caratteristiche chimico fisiche, permettono alla sfoglia di rimanere idratata, elastica e tenace allo stesso tempo. Chi di voi avesse mai provato ad unire semplicemente acqua e farina (di grano tenero o di semola) avrà sicuramente riscontrato una serie di problemi rispetto alla texture della pasta, sia nella fase di stesura che in cottura. Questo dimostra che per realizzare una ricetta vegana non basta semplicemente togliere l’elemento di origine animale. Bisogna infatti applicare il principio di sostituzione: ovvero comprendere il ruolo che quel determinato elemento svolge nella ricetta e sostituirlo con l’equivalente di origine vegetale. La cucina è alchimia e per creare la magia tra gli elementi c’è bisogno di conoscenza e sperimentazione. Ecco perché, la sfida della pasta fresca senza uova mi appassiona così tanto! Attraverso ricerche e sperimentazioni, ho messo a punto una tecnica che consente di creare una pasta fresca vegana professionale che soddisfi gli standard più elevati di qualità e gusto.

 

pasta fresca senza uova - green ganesha

Il segreto della mia pasta fresca senza uova

Il segreto per realizzare una pasta fresca vegana eccezionale risiede proprio nella tecnica di lavorazione. Come base utilizzo combinazioni precise di farine non raffinate di alta qualità macinate a pietra, combinate con acqua, per ottenere una pasta ricca di nutrienti e di sapore.

Ma il vero ingrediente segreto per realizzare una pasta fresca senza uova elastica e dalla tenuta perfetta in qualsiasi formato è la pasta di seitan, ovvero l’aggiunta di una quota di glutine extra che mi permette di ottenere una consistenza elastica e tenace proprio come la sfoglia tradizionale. 

Nel mio videocorso sulla pasta fresca vegan, condivido con voi i dettagli di questa tecnica, insegnandovi a creare ed utilizzare la pasta di glutine che trasformerà la vostra sfoglia senza uova in un’autentica delizia culinaria.

Oltre alla sfoglia vegana classica e la sfoglia vegana agli spinaci, vi mostro come realizzare 3 formati di pasta tradizionali con due ripieni vegetali inediti e tre ricette di condimenti golosi per preparare piatti da ristorante 100% vegetali.

Prontǝ a mettere le mani in pasta? Vi aspetto nella cucina del futuro.

La cheffa, Fabiana

Il motivo segreto per cui mangiamo la carne: un sistema di credenze invisibili.

Vi siete mai chiestə da cosa nasce l’esigenza di consumare la carne? O perché mangereste ali di pollo, ma non ali di cigno? Gamba di agnello o gamba di gattino? E vi siete mai chiestə perchè non ve lo siete mai domandato?

Melanie Joy, psicologa e docente all’Università di Boston e autrice di numerosi testi dopo una lunga ricerca è arrivata ad una conclusione illuminante. Secondo le sua tesi dimentichiamo che la carne che mangiamo sia una vita, un animale intero o meglio lo sappiamo senza saperlo. Mangiamo la carne non per una reale necessità o desiderio ma perché le nostre azioni sono il frutto del condizionamento di un sistema di credenze diffuso e distruttivo che opera al di fuori della nostra consapevolezza, senza il nostro consenso cosciente. Spesso pensiamo che solo vegetariani e vegani portino le proprie credenze e valori a tavola. La verità è che quando mangiamo la carne non per necessità lo facciamo necessariamente per una scelta. E la scelta come tale, si basa su un sistema di credenze invisibile, che in questo caso la dott.ssa Joy definisce CARNISMO.

Il carnismo: un sistema dell’inganno

Il carnismo è una credenza universale, sparsa in tutto il mondo, che induce a classificare solo un piccolo numero di animali tra le milioni di specie esistenti. Tutto il resto è classificato come non commestibile e disgustoso. Il carnismo rappresenta un sistema violento, perchè la carne e i suoi derivati (latticini e uova) non si possono procurare senza violenza. Sistemi violenti come il carnismo si tengono in vita attraverso meccanismi di difesa che nascondono la verità e distorcono la realtà, affichè le persone non si rendano realmente conto di quello che stanno facendo. Si fonda sul rifiuto, grazie al suo sistema anonimo, non è né riconoscibile né imputabile. Ma soprattutto giustifica il consumo di carne attraverso la regola delle 3 N: Normale, Naturale e Necessario (oscurando il suo impatto ambientale e salutare). Infine categorizza alcuni animali, quelli di allevamento, che da esseri senzienti diventano ai nostri occhi oggetti o meglio ancora cibo (a differenza ad esempio di cani e gatti, dove la percezione cambia completamente). 

La mia scelta vegan: un’esperienza di consapevolezza

perchè mangiamo carne- articolo blog - green ganeshaL’unica strada per liberarsi dal sistema del carnismo è la strada della consapevolezza, senza la quale neanche io sarei mai riuscita a conoscere, comprendere e cambiare la mia vita.

Ho smesso di mangiare carne circa 10 anni fa, mi ero da poco trasferita a Bologna dove gli spunti e i contatti con associazioni come Essere Animali erano più frequenti. Ricordo spesso le loro azioni in pieno centro, da farmi torcere lo stomaco e tornare a casa col magone che poi però magari dimenticavo al pasto successivo. Ricordo che i pensieri, le domande, i dubbi si facevano sempre più largo nella mia testa ed è stato proprio allora che, spinta dalla curiosità, ma anche un pò intimorita, ho iniziato a leggere alcuni degli opuscoli informativi che avevo raccolto in quelle occasioni e che avevo riposto sul comodino, certa che sarebbe arrivato prima o poi il momento di leggerli.

Da allora non sono più riuscita a fare finta di niente, a non vedere, a non sapere. Non solo non sono più riuscita a mangiare carne, ma sentivo il bisogno di continuare a documentarmi per approfondire cosa avviene realmente dietro l’industria della carne e che io, per 23 anni, avevo completamente ignorato, grazie proprio a quel sistema di credenze che il carnismo voleva seguissi.

Il mio corpo non ha più sentito il bisogno di nutrirsi di sofferenza animale e con questa scelta inizialmente solo etica manifestava la sua distanza dal quel genere di disumanitá e di orrori. Il pesce ha invece ha ancora fatto parte della mia vita per i primi periodi, soprattutto d’estate, quando tornavo a casa in Sardegna, erano rare le volte ma non posso negare che ci siano state. Questo nasce dalla poca empatia o considerazione verso alcune specie animali che consideriamo, sempre per quel sistema di credenze, meno importanti, come se non fossero oggetto delle stesse sofferenze, come se esistessero allevamenti intensivi peggiori o migliori. Eliminare i derivati animali, latte, uova e formaggio (che in realtà provengono dalla più crudele delle industrie) è stato sicuramente il cammino più lento, inizialmente neanche sentito e ricercato, ma che col tempo si è fatto spazio, complice il continuo leggere e informarmi, fino ad escluderli completamente dalla mia dieta e sentirmi totalmente in pace con la mia scelta.

World Vegan Day : un nuovo inizio 

Oggi si celebra in tutto il mondo il Vegan Day, per ricordare la nascita della prima associazione vegana del mondo, la Vegan society, fondata in Inghilterra il 1 novembre del 1944 da Donald Watson che coniò il termine “vegan” utilizzando l’inizio e la fine della parola “vegetarian”. L’obiettivo principale era quello di far capire l’importanza di un’alimentazione consapevole e libera dallo sfruttamento animale, che poi man mano dall’alimentazione si è estesa ad ogni ambito della vita (dall’abbigliamento ai cosmetici, ai prodotti per la casa o l’igiene personale). Perché allora non sfruttare questa giornata e l’intero mese di novembre per provare ad avvicinarti all’alimentazione vegetale? Lasciatevi guidare in questo percorso.

Oramai sempre più persone stanno abbracciando un’alimentazione vegetale per ragioni etiche, salutari e ambientali e testimoniamo la loro felicità nell’aver fatto questo passo.

Ora tocca a voi. Buon World Vegan Day!